Spesso, quando si parla un po’ della storia delle opzioni binarie e degli approcci, si omette il fatto che ogni trader affermato ha un suo pensiero sul mercato che, di conseguenza, determina anche il suo stile.

Alcuni traders ricorrono, ad esempio, ai modelli ciclici dei prezzi.

Quale è la loro convinzione più profonda? I prezzi sul mercato seguono una “storia”, tale che il passato non può non incidere, a suo modo, sul futuro.

Quindi, pochi “rumori casuali” e molta analisi tecnica per capire dal passato. E sappiamo che per le opzioni binarie ci vuole sempre molto studio.

Il modello ciclico di Hurst. Applicarlo con le opzioni
Oggi ci occuperemo di capire in che modo il modello ciclico dei prezzi di Hurst può essere applicato per le opzioni binarie. Cercheremo di capire l’orientamento strategico che dovremmo avere. A che serve basare le proprie previsioni su un modello ciclico dei prezzi se poi non siamo in grado di studiare il mercato? Quindi, il presupposto dell’applicazione delle teorie del modello ciclico di Hurst è avere una dinamica complessiva dei prezzi del mercato per il sottostante che ci interessa, in un tempo abbastanza lungo da essere significativo per le “connessioni” che vogliamo trovare.

Cosa ci può aiutare in questo? Certamente, le serie storiche dei prezzi pre-impostate, attraverso appositi studi, danno la loro mano ma ci può essere maggiormente utile un’analisi real time aggiornata in base alle ultime tendenze. Spesso tale utilità è integrata in piattaforma.

I software di segnali sfruttano la teoria ciclica? No, quasi mai perché l’algoritmo utilizzato dai software di segnali si basa su un tempo di reazione dei prezzi piuttosto breve, dando direzione call (rialziste) o put (ribassiste).

E’ più efficace l’analisi ciclica? Non sempre perché spesso i nostri piani sono “sconquassati” da variazioni dei prezzi temporanee. Quindi, saranno poco adatti all’analisi ciclica tutti quegli asset che non hanno una dinamica di “routine”. La coppia Eur/Usd è poco adatta all’analisi ciclica, dato che gli scossoni di volatilità (raffreddamento e surriscaldamento del sentiment di mercato) rappresentano la regola, anziché l’eccezione.

Dove prediligeremo, quindi, l’analisi ciclica? Prendiamo, ad esempio, le soft commodities (materie prime agricole). Esse non risentono particolarmente delle strategie fra le varie “mani forti” e seguiranno una certa traiettoria dei prezzi, sulla base dei cicli delle stagioni (messe, coltura, problemi climatici) e dei flussi di import export che hanno una loro “puntualità” nell’orologio della bilancia commerciale.

Quali sono le piattaforme che ci permettono un alto dettaglio dell’offerta degli asset, per quanto riguarda anche le soft commodities, e non esclusivamente le principali (oro, petrolio). Ciò chiaramente non sottintende che siano migliori in assoluto ma che vengono incontro a tale esigenza specifica. Non esiste un broker migliore rispetto a tutti gli altri ma quello ideale per le nostre esigenze.

Quali sono le caratteristiche del modello ciclico di Hurst? Vediamole insieme, abbinandole all’analisi dei prezzi del “grano”, tra le materie prime con andamenti più “ciclici” ed interessanti del momento.

Il grano ed il modello ciclico di Hurst
La variabile anti-ciclica fondamentale (un suo peggioramento porta i prezzi al rialzo) è rappresentata dal clima. Dato che quest’anno, uno dei maggiori esportatori (gli Usa) è stato caratterizzato da turbolenze climatiche abbastanza negative (temperature fredde), di conseguenza non ci resta che stimare rialzi dei prezzi, e ciò in contro-tendenza alle altre commodities (petrolio, oro…).

Come potete notare, il grano è forse una delle poche materie prime ad avere dei picchi delle quotazioni. Questa è la fase ciclica più rispondente, dato che siamo nel pieno delle messe e delle colture, preparandoci a saturare il mercato. E la previsione dei raccolti, capire se tale risorsa sarà scarsa o meno ci fa capire in che direzione andranno i prezzi.

I prezzi del grano sono sempre stati così direzionali? Non propriamente. Infatti, negli anni precedenti il grano è stato caratterizzato, a seconda dei mesi, da fasi piatte dei prezzi (sostanzialmente stazionarie) e fasi dinamiche.

Vi proponiamo una serie storica elaborata dall’eminente studioso Von Grebmer che distingue tra i prezzi del grano a seconda del tipo. Nella dinamica sovrastante, abbiamo preso in dettaglio i prezzi del mais.

Come potete vedere, le quotazioni di 3 anni dopo (2014) ed il 2011 sono sostanzialmente differenti e si raggiungevano, a stento i 150 dollari per tonnellata, per quanto riguarda il mais. Ora i prezzi sono più che raddoppiati. Ciò ci fa capire che il ciclo preso in esame (20 anni) fa parte di tutta un’altra storia dei prezzi. Perché è un ciclo? Perché la “banda” di oscillazione dei prezzi si mantiene in un certo range di oscillazione.

In particolare, la prima legge del “Modello di Hurst”, consiglia di suddividere i cicli in: cicli di lungo periodo, medio periodo e breve periodo. Il principio fondamentale è quello della somma, nel senso che tutto deve collimare, il presente con il futuro. Per dimostrare ciò, Hurst rappresenta con una “retta” tutti i prezzi osservati in un frame rate più lungo (di alcuni anni – ad es. 1 anno; l’analisi vista prima è particolarmente lunga), le tendenze di breve e medio periodo con delle curve (cambia solo il frame rate – ad es. 60 giorni; 6 mesi). Alla fine, sommando i prezzi caratterizzati dall’incontro di periodi diversi ed assommando il tutto in un unico grafico comparato si ottiene una dinamica non poco interessante, se abbiamo scelto un periodo ciclico (ha delle caratteristiche che si “inseguono”, segue una certa logica evolutiva). Ciò ci fa capire se abbiamo di fronte una fase ciclica, anche se potrebbe sembrare contro-intuitivo sommare i prezzi, in corrispondenza di frame-rate diversi.

La seconda legge (la comunanza) cerca di cogliere, a questo punto, eventuali “regolarità” nell’andamento delle fasi cicliche (ogni quanto tempo i prezzi aumentano? E se sì, di quanto?). Non dimentichiamoci che le materie prime si scambiano sui future (i nostri cfd ci servono solo per il retail ma non incidono sui prezzi) e gli investitori professionisti sono puntuali come un “orologio svizzero”. Alcune regolarità si osservano sempre.

La terza legge (la nominatività) è strettamente connessa alla seconda ed implica una quantificazione ed una definizione di queste regolarità osservate.

Le ultime 2 leggi sono una chiarificazione della portata del modello. Si afferma che quello che stiamo facendo non è valido in assoluto (legge della variazione) ma il mercato porta con sé sempre degli imprevisti e che, giocoforza, il ciclo di lungo periodo è quello per noi più significativo (legge della proporzionalità).

Vi abbiamo spiegato i fondamenti del ciclo di Hurst che non è complicato da applicare alla commodity del grano e ci può dare utili intuizioni sui prezzi, o almeno riusciremo a capire i livelli di supporto o resistenza (logici), dato che non sempre maturare un’ottica da scalping adattiva ci fa porre attenzione ai “limiti” storici del mercato, coeteris paribus altri fattori che possono cambiare (legge della variazione) il ciclo del mercato. Quindi, non limitiamoci ad osservare solo i prezzi last minute ma cerchiamo di fare un percorso di approfondimento “a ritroso”. Spesso tale approccio, in aggiunta a quelli tradizionalmente adottati, ci fa trovare preparati più degli altri che incappano nelle “false traiettorie” del mercato.