Boccata d’ossigeno per chi è in difficoltà. Si chiama prestito sull’onore ed è un contributo in denaro senza interessi, quindi a tasso zero, da restituire in rate mensili entro un periodo di tempo concordato non superiore ai cinque anni. Il pronto soccorso per le nostre tasche viene messo a disposizione da numerosi comuni italiani ai singoli o alle famiglie che si trovino ad attraversare temporanee difficoltà economiche e non siano in grado di accedere al normale sistema creditizio.

La finalità è quella di permettere il superamento di un problema contingente, come l’alloggio (anticipo affitto o cauzione, acquisto arredo, utenze), il lavoro (costi per l’attivazione di attività autonome), la formazione o qualificazione professionale, l’acquisto di mezzi di trasporto necessari per gli spostamenti quotidiani di bambini piccoli o per il raggiungimento del posto di lavoro non servito da mezzi pubblici, spese legali (separazione o divorzio, problemi sanitari dei figli o dei genitori).

In generale, vengono prese in considerazione tutte quelle situazioni che possono essere determinanti per il raggiungimento dell’autonomia. Ogni caso viene attentamente valutato per poi procedere con l’erogazione di un prestito permesso da una convenzione stipulata tra ente comunale (che si prende carico degli interessi), istituti bancari e finanza etica.

La finanza etica. E’ possibile fare finanza anche in una maniera attenta agli aspetti etici, investendo denaro in attività rispettose dell’ambiente e dell’uomo, evitando di favorire situazioni che possono provocare danno alla collettività. In generale, i soldi vengono usati per favorire la crescita di relazioni sociali, il lavoro di chi cerca soluzioni produttive più rispettose per l’ambiente e per i lavoratori, e per permettere l’accesso al credito anche a chi non possiede le giuste garanzie economiche. In questo ambito rientra anche il prestito sull’onore.

Come accedere al prestito. In Italia sono tante le amministrazioni comunali che hanno deciso di aderire all’iniziativa. Per sapere se anche la nostra rientra tra quelle “virtuose” è possibile contattare direttamente la direzione servizi sociali ed educativi del comune di appartenenza, che saprà fornire anche informazioni circa la modulistica e l’iter per la richiesta, Ogni Comune, per poter concedere il prestito, richiede il soddisfacimento di alcuni requisiti, come per esempio la residenza sul territorio, un reddito al di sotto di una certa soglia oppure l’assenza di protesti, procedimenti per assegni a vuoto o altre gravi pendenze giudiziarie.

Come funziona. Grazie a questa speciale formula di finanziamento, si può ottenere una cifra massima stabilita dalla propria amministrazione oppure commisurata rispetto alle personali esigenze. In caso di mancato pagamento entro le scadenze previste, nonostante un periodo di tolleranza, i servizi sociali si accertano sulle cause dell’insolvenza. Di fronte a “subentrati, giustificati e dimostrabili motivi che comportano l’impossibilità di restituire il prestito”, l’amministrazione comunale può valutare se astenersi dal procedere coattivamente al recupero della somma; in caso contrario, procede ai sensi dell’articolo 1819 del codice civile e il beneficiario non potrà accedere a ulteriori prestiti o altri benefici di natura economica.