La passione per le unghie e per la loro cura si sta diffondendo sempre maggiormente. D’altra parte le mani sono uno dei principali biglietti da visita che possiamo avere. Basti pensare al gesto che facciamo, di stringere le mani quando incontriamo gente fuori casa. Di conseguenza, una delle attività che sta prendendo maggiormente piede negli ultimi anni è quella dell’onicotecnico, ovvero “tecnico delle unghie”. Questa figura professionale presta il suo servizio all’interno dei centri per la ricostruzione delle unghie. Vediamo come procedere se si vuole aprire questa tipologia un centro di questo tipo.
Aprire un centro per la ricostruzione delle unghie, non è la cosa più semplice che si possa fare. L’iter, infatti, può risultare più lungo del previsto, anche se questo non deve assolutamente scoraggiare dal realizzare quest’aspirazione, nel caso la si voglia portare davvero avanti. Noti anche come “Nails Centers”, questi centri, siano in continua espansione, e riscuotano una buona percentuale di successo.
Prima di iniziare ad investire qualsivoglia cifra per iniziare l’attività, è bene recarci direttamente presso la Camera di Commercio della propria provincia. Questo passaggio è, ad oggi, fondamentale. Infatti le linee guida per i requisiti necessari non sono standard, ma stabiliti a livello provinciale (a volte anche comunale). E’ d’obbligo, quindi, informarsi direttamente e personalmente.
Un altro piccolo intoppo cui bisogna pensare, è quello che la legislazione italiana, al momento, non riconosce come professione vera e propria quella di onicotecnico. Ciò significa che, per poter avviare un’attività di questo tipo, requisito fondamentale (indipendentemente dalla provincia in cui si risiede) è quello di possedere un diploma da estetista. In alternativa, se non se n’è in possesso, possiamo sempre pensare di aprire l’attività in società con una seconda persona (che deve, però, essere obbligatoriamente in possesso di questo attestato). Le leggi che regolano questo aspetto fondamentale sono la Legge 4 Gennaio 1990 numero 1 (Disciplina dell’attività di estetista) e la Legge 8 Agosto 1985 numero 443 (Legge-quadro per l’artigianato).
I passi burocratici da compiere sono svariati, e bisogna mettere in conto che a ciascuno corrisponde, nel 90% dei casi, un esborso di denaro L’investimento iniziale, comunque, si recupera abbastanza in fretta Approfondimento Come aprire una profumeria (clicca qui) Occorre, naturalmente, un buono spirito imprenditoriale I passaggi principali che dovremo affrontare constano nell’apertura della Partita Iva, nell’iscrizione da effettuare presso Inps e Inail Dovremo cercare un commercialista che sia di fiducia, che prenda in carico la nostra contabilità in ogni suo aspetto
Tra le altre spese di cui tenere conto, si devono considerare anche l’assicurazione dell’attività, le cauzioni per l’affitto e la registrazione del contratto.
Non dimentichiamo poi il materiale per lavorare In merito, è bene farci consigliare da amici o parenti magari già addentrati nel settore, o scegliere un fornitore che possa essere sinonimo di garanzia e di fiducia Mediamente consideriamo che il minimo indispensabile all’avvio dell’attività prevede un migliaio di euro circa per il materiale da lavoro, e circa 300 euro per il materiale da rivendere alla clientela.
Scegliamo con cura il locale che vogliamo affittare. Deve trovarsi in una zona centrale, possibilmente al piano terra e deve disporre di ampie vetrine e di una buona illuminazione. Lavorando sulle unghie, infatti, una buona luce è indispensabile (non potendo contare soltanto su quella artificiale).
Per facilitarci il compito, si potrebbe senza dubbio iniziare prendendo in considerazione l’ipotesi del franchising. In questo modo si è certamente più liberi dal punto di vista fiscale, e si ha un appoggio sicuro e valido laddove, magari, ci sentiamo ancora impreparati.
Non dimentichiamo di lanciare una buona campagna pubblicitaria, che incentivi la clientela a recarsi presso la nostra attività per provare il servizio offerto. Disponibilità, cortesia e professionalità, poi, sono d’obbligo, non solo per iniziare bene, ma anche per garantire lunga vita a un progetto su cui abbiamo davvero investito tutto.